IL LAVORO DA REMOTO
IL LAVORO DA REMOTO
PER UNA RIFORMA DELLO SMART WORKING OLTREL’EMERGENZA
a cura di Michel Martone
Nel breve volgere di un mese il lavoro da remoto si è imposto a livello globale come l’unica modalità di lavoro possibile in tempi di pandemia. Una vera e propria rivoluzione che ha fatto crollare le antiche distinzioni tra lavoro e vita privata mettendo in discussione, con lo spazio e il tempo di lavoro, persino il nostro stile di vita. E ora milioni di lavoratori, nel silenzio legislativo, cominciano a domandarsi con sempre maggiore preoccupazione se, terminata l’emergenza, dovranno continuare a lavorare da remoto o rientrare in sede e a quali condizioni.
Il problema è che questo fenomeno è ancora oggi regolato dalla legge sullo smart working, che era stata immaginata per una modalità di svolgimento della prestazione parziale e straordinaria, e da una congerie di disposizioni, non solo emergenziali, contratti collettivi, circolari ministeriali e norme sanitarie che, lungi dal dare certezze, creano confusione, sovrapposizioni e questioni interpretative che saranno sicuramente foriere di contrasti giurisprudenziali.
Di qui l’esigenza, avvertita da un autorevole gruppo di accademici ed esperti coordinati da Michel Martone, di ricercare, con approccio multidisciplinare, le possibili soluzioni alle problematiche emerse nel corso del lockdown fino a prefigurare i tratti di una riforma che, attraverso un ripensamento complessivo della disciplina del lavoro da remoto, ne favorisca il radicamento oltre l’emergenza.
Problemi nuovi richiedono soluzioni nuove e quest’opera dimostra che dopo anni di austerità esistono finalmente le condizioni culturali, sociali ed economiche per cogliere questa straordinaria opportunità di modernizzazione e disciplinare il più significativo episodio di mobilità lavorativa di massa del terzo millennio.